Genghis Khan

Molte persone vengono in palestra e rimangono colpite da quello che facciamo. Allora chiedono se anche loro sarebbero in grado di fare quelle stesse cose che vedono fare da me.

Io dico sempre che si, è possibile, certo. Invito anzi a provare.

Ma poi spesso quelle stesse persone, così interessate nel chiedere per se o per altri, adducono poi motivi per non provare nemmeno. Cose tipo: “Eh, però sono troppo vecchio, bisognava iniziare da bambini”. “Mio figlio è ancora troppo piccolo, l’età non va bene”. E frasi simili, nelle quali si da la colpa a qualcuno o a qualcosa per non dover fare.

Citerò allora l’esempio di un grande Mongolo, Genghis Khan. L’uomo che costruì il più grande impero della storia dell’umanità. Disse:

“Io non ho mai incolpato la mia famiglia. A nove anni mio padre fu ucciso ed io fui cacciato via dalla mia tribù. Ma da solo, un po’ alla volta, ho creato il mio paese.

Non ho incolpato nessuno per il fatto di essere povero. Pur di sopravvivere ho mangiato topi. Eppure ho messo in gioco la mia vita nella guerra. Fare guerre è stato il mio lavoro.

Non ho mai incolpato il mio paese per essere piccolo. Il mio unico amico è stata la mia ombra. Il mio esercito all’inizio è stato di soli mille soldati. Il mio intero popolo, contando anche vecchi, donne, bambini e malati, era di solo duemila persone. Ma ho costruito un grande impero. Il più grande del mondo.

Non ho mai incolpato nessuno di non avere studiato. Non ho incolpato nessuno per il fatto di essere debole. Non sapevo nemmeno scrivere il mio nome. Ma ho osservato chi lo sapeva fare. Ho appreso dal mondo che avevo intorno. Miei maestri sono stati i miei nemici, da cui ho dovuto imparare. Nel profondo del mio spirito ho sempre ringraziato i miei nemici per avermi insegnato a diventare forte.

Sono stato intrappolato. Sono stato incarcerato. Sono stato reso schiavo. Ma non mi sono mai arreso. Sono fuggito con la gola tagliata. Con una freccia conficcata in un polpaccio. Ma mi sono salvato per la volontà di vivere.

Alla fine ho capito che il mio nemico non era lontano. Era dentro di me. E quando ho saputo sconfiggere me stesso, allora sono diventato Genghis Khan, re dell’impero più grande del mondo.

Come ci sono uomini meno forti di me, ce ne sono tanti più forti. Perciò devo sempre combattere per diventare più forte, senza mai arrendermi. Senza incolpare altri, senza incolpare le situazioni. Senza nemmeno incolpare me stesso; combattere.”

Quando incolpi altri dei tuoi fallimenti ti costruisci da solo la trappola che ti incatena.